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Gli effetti della riabilitazione robot-assisted del cammino sulla parte superiore e inferiore del corpo durante il cammino in bambini con diplegia sono stati quantificati usando dei parametri sintetici. Prima di tutto sono state valutate le strategie della parte superiore del corpo durante il cammino in 73 bambini con diplegia e in 15 bambini sani. I pazienti con paralisi cerebrale hanno mostrato valori più alti della maggior parte dei parametri sintetici della posizione della parte superiore del corpo rispetto ai bambini del gruppo di controllo. Successivamente sono stati valutati gli effetti della riabilitazione robot-assistita del cammino in un sottogruppo di 35 bambini per mezzo della UBPS (Upper Body Profile Score).

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L’IRCCS Medea, grazie ad un finanziamento di Fondazione Cariplo, ha analizzato la variabilità di circa 800.000 sequenze del Coronavirus: i dati suggeriscono che lo spettro di sostituzione di SARS-CoV-2 sia determinato da un'interazione tra diversi fattori e indicano che sarà fondamentale monitorare nel corso del tempo la variabilità genomica del virus, per comprenderne l’evoluzione sul lungo periodo. Leggi tutto

Capita spesso in un museo, di fronte ad un’opera d’arte, di sentirci coinvolti e presi da quanto stiamo osservando. Questa esperienza suscita un generale senso di piacere. L’ osservazione di un’opera d’arte si è visto essere infatti associata ad un’esperienza soggettiva complessa, nella quale entrano in gioco processi percettivi, cognitivi, emozionali. Non solo. Si è visto inoltre come l’osservazione di un’opera d’arte sia di per sé capace di attivare il sistema motorio di chi sta semplicemente osservando. Comprendere il significato di questa attivazione spontanea del sistema motorio di un osservatore di fronte ad un’opera d’arte può essere importante per delineare programmi riabilitativi basati sull’arte terapia.

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Nonostante le caratteristiche più salienti del disturbo dello spettro autistico (di seguito, ASD) siano difficoltà socio-comunicative, interessi ristretti e movimenti stereotipati, è molto importante considerare anche le difficoltà motorie che spesso si associano. Le atipie nello sviluppo motorio possono infatti manifestarsi precocemente ed essere predittive di successive difficoltà nello sviluppo relazionale e socio-comunicativo.
Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare la possibile presenza di sottotipi di ASD caratterizzati da una relazione significativa tra abilità motorie e competenze socio-comunicative. Leggi tutto

L’Istituto Scientifico Medea avvia il primo studio psicologico sulle sindromi di Sotos e BWS, in collaborazione con le associazioni AIBWS e Assi Gulliver e con il patrocinio dell’Università degli studi di Trieste.
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L’Istituto Scientifico Eugenio Medea ha partecipato con due progetti alla Milano Digital Week, la tradizionale manifestazione che guarda al futuro delle tecnologie. Il primo è una app sperimentale per bambini con autismo, presentata in live streaming il 19 marzo dalla psicologa Valentina Bianchi ad una platea di 200 persone. Si tratta della Pimpa, il celebre personaggio di Altan, che ora è diventata protagonista di una app per tablet realizzata grazie alla collaborazione tra RAI, IRCCS Medea e Fondazione Asphi.
Il secondo è il progetto “GIFT - enGIneering For sporT for all”, realizzato con il Politecnico di Milano con lo scopo di migliorare la qualità di vita dei bambini con disabilità, nello specifico con diagnosi di emiplegia. Il progetto si sviluppa tramite una ricerca tecnologica che vede lo sviluppo di ortesi innovative che consentano l’esecuzione dell’attività motoria; una ricerca sociale per una maggiore sensibilizzazione sullo sport come esperienza ludica e educativa che deve essere consentita anche nella disabilità.

La Dislessia Evolutiva (DE) è un disturbo del neurosviluppo complesso ed ereditabile, caratterizzato da una compromissione nell’apprendimento della lettura nonostante un profilo neurologico e sensoriale tipico, adeguate opportunità educative e un livello intellettivo in norma (American Psychiatric Association, 2013). La DE rappresenta una dei più comuni disturbi del neurosviluppo ed è spesso associato a difficoltà scolastiche, sociali ed economiche (Sexton et al., 2012; Peterson & Pennington, 2015). Leggi tutto

I ricercatori dell’IRCCS Eugenio Medea di Bosisio Parini, in collaborazione con il Politecnico di Milano ed il centro di riabilitazione Villa Beretta hanno dimostrato che dispositivi assistivi per l’arto superiore possono migliorare la qualità della vita di soggetti affetti da varie forme di distrofia muscolare.
Lo studio è stato pubblicato su Journal of Neuroengineering Rehabilitation.
I dispositivi assistivi per gli arti superiori hanno la finalità di compensare la debolezza muscolare e supportare nello svolgimento delle attività quotidiane. Negli ultimi anni sono stati proposti differenti dispositivi, ma un confronto strutturato della loro efficacia non era ancora disponibile.
È stato condotto uno studio controllato randomizzato multicentrico di tipo cross-over su 36 pazienti con distrofia muscolare per valutare il miglioramento funzionale ottenuto utilizzando due esoscheletri assistivi per arto superiore.

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Le alterazioni congenite o acquisite del cervelletto sono associate ad una costellazione di disturbi motori, cognitivi e sociali. Si ipotizza che tali disturbi riflettano il coinvolgimento del cervelletto nella creazione e nell'aggiornamento di rappresentazioni mentali - i.e. “modelli interni” - atti ad anticipare e prevedere il decorso di eventi sensoriali. Non è tutt’ora chiaro, però, se il cervelletto funzioni come una sorta di controllore “generico” che opera su più domini, oppure se contribuisca in modo specifico alla previsione di eventi sociali, in accordo con l'idea di un "cervelletto sociale". Questo lascia incertezze sull’interpretazione, valutazione e trattamento dei deficit cognitivi, affettivi e sociali presentati dai pazienti con alterazioni cerebellari. Infatti, questi potrebbero riflettere le alterazioni di un meccanismo neuro-cognitivo generale, e quindi beneficiare di trattamenti legati alle funzioni percettivo-motorie, oppure riflettere una alterazione specifica dei sistemi di percezione sociale, e quindi richiedere trattamenti specifici su queste funzioni.
Per rispondere a questo dubbio, il gruppo di ricerca in Neuropsicologia e Neuro-modulazione dell’IRCCS E. Medea che coinvolge ricercatori presso la sede di Bosisio Parini e Pasian di Prato, ha applicato una tecnica di stimolazione non invasiva, la stimolazione transcranica a corrente continua sul cervelletto (ctDCS), allo scopo di modulare reversibilmente l’attività cerebellare di un campione di adulti senza patologie neurologiche o psichiatriche. Rispetto agli studi neuropsicologici di pazienti, questa metodica offre il vantaggio di una maggiore specificità della correlazione anatomo-clinica, non essendo inficiata dalla complessità e diffusione delle alterazioni neurologiche e dai possibili effetti confondenti della riorganizzazione neuroplastica a lungo termine. Leggi Tutto

Il 27 febbraio esperti a confronto nell’ambito del progetto europeo ERASMUS+ “Fordys-Var”. Martinuzzi (Medea): "una novità promettente nel panorama internazionale". Leggi tutto

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