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Mercoledì, 25 Gennaio 2017 17:01

Maria Grazia Micheli, la sua vocazione è stata il segno della sua esistenza

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La Piccola Apostola Maria Grazia Micheli si è spenta il 7 gennaio a Bosisio Parini. Contribuì alla nascita di una comunità di vita consacrata di donne con disabilità. “Sono cocciuta, testarda; è la mia forza e il mio più grande difetto, che faticosamente cerco di combattere”…

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Originaria di Mandello, dove era nata il 17 aprile 1943, Maria Grazia Micheli si è spenta il 7 gennaio a Bosisio Parini. Una donna ricca di speranze, entusiasmi, riflessioni e progetti, primo tra tutti quello mosso dal suo desiderio di consacrazione al Signore secondo la spiritualità del beato Luigi Monza. Ideale concretizzato poi nella Comunità "Il Roveto" ed espressione particolare dell’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità.

Un sogno che parte da lontano, incoraggiato prima da don Luigi Serenthà (definì “un consiglio dello Spirito” il desiderio di consacrazione di Maria Grazia), quindi da don Giuseppe Beretta, guida spirituale della comunità. In questo periodo c’è la ricerca di un sostegno, di un luogo, di una casa dove iniziare l’esperienza. Maria Grazia scrive del suo progetto anche al cardinal Martini, che la incoraggia, ma che ritiene indispensabile che l’iniziativa sia sostenuta da un istituto di provata solidarietà umana e con una chiara via spirituale. Naturale quindi che il cammino di Maria Grazia incontri quello delle Piccole Apostole. Come ricorda il giornalista Luigi Accattoli, un giorno Martini ebbe a dirle: “Tenga duro perché i tempi sono maturi”.

Nacque così, grazie al sogno di Maria Grazia, Nunzia, Francesca e Laura, una comunità di consacrate con disabilità motoria sorta a Sant’Ilario di Nerviano, a una ventina di chilometri da Milano. Il nome della comunità, chiamata – per scelta unanime delle quattro donne - “Il Roveto”, esprime tutta l’ansia, la forza, il fuoco della ferma volontà di ardere per il Signore.

“Anche se il mio corpo agli occhi umani evidenzia la croce, ho sempre cercato di vivere queste mie difficoltà motorie alla luce della Risurrezione di Cristo. Questa prospettiva mi ha permesso non solo di dare un senso alla mia esistenza, ma ha fatto nascere in me la vocazione di donarmi tutta al Signore”. Per Maria Grazia è il tempo delle poesie ispirate al dono: “Signore, ti ringrazio quando mi concedi di vivere momenti di silenzio e di solitudine, perché allora guardo il tuo misterioso volto: Tu mi aiuti a vivere tutto con un occhio nuovo, Tu plachi la mia natura ribelle, anche la mia croce diventa un grido di resurrezione, la tua parola si fa carne della tua carne e voce della tua voce”.

La comunità si affida ora alla intercessione della loro sorella, coraggiosa, curiosa, perseverante e innamorata della poesia: “Ci hai lasciato una grande eredità di testimonianza di vita da portare avanti e far fruttificare, per continuare l’avventura inedita, che, con l’Istituto delle Piccole Apostole della Carità, è iniziata ed è profezia per l’intera Chiesa. Ci hai aperto una possibilità di vita consacrata che non osavamo neppure immaginare, pur avendo nel cuore un forte desiderio di dono totale al Signore”.

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