Gabriele, un bravo violinista e ora un giovane uomo

La doccia fredda della diagnosi, la preoccupazione per il futuro, il realizzarsi di una passione: la testimonianza di una mamma.

Con emozione comincio a scrivere, con l’intento che queste mie parole possano essere d’aiuto a qualche lettore. Prima di riconoscere i talenti di Gabriele, parecchio tempo fa ho dovuto affrontare tutto ciò che una diagnosi di Autismo comporta. Quella doccia fredda, quell’enorme dolore sordo che ti schiaccia, quella folle paura di non farcela e una notevole preoccupazione per il futuro hanno dovuto essere elaborati. Rifiuto, rabbia, vergogna, compromesso, depressione sono stati motivi per un lungo lavoro su me stessa. Solo dopo essere giunta ad un’accettazione profonda, ho cominciato a vedere lui in tutta la sua bellezza e in quel momento ho scorto il suo potenziale, i suoi talenti. Gabriele è un ragazzo molto buono, un’anima pulita e, in questo suo essere, vorrebbe fare in modo che tutte le persone che lo circondano, fossero felici e serene: il suo modo di porsi quindi è sempre gentile e rispettoso. Questo suo rispetto si estende anche nei suoi spazi, in casa, negli effetti personali e si concretizza in ordine, pulizia e molta cura di sé, cura nella sua persona e nella sua interiorità. È molto curioso e questa dote naturale lo porta ad informarsi, ad approfondire e ad avere argomenti di conversazione. La sua grande passione è la musica che sin da piccolo è stata una sua preziosa compagna. Per tanto tempo ci siamo limitati all’ascolto anche perché io non riuscivo a trovare una realtà musicale accogliente e adatta a lui. Poi qualche anno fa siamo entrati a far parte di AMI –Attività Musicale Inclusiva, un progetto musicale molto interessante ed innovativo e, da quel momento, questo suo talento è esploso in tutta la sua bellezza. Ora, oltre che a suonare nell’Orchestra integrata, sta diventando un bravo violinista e ne va molto fiero. Ha una buona attitudine per le attività sportive: tanti sono stati gli anni di nuoto (iniziato proprio a La Nostra Famiglia di Pasian di Prato) sempre svolti in assenza di competizione (aspetto che a lui non interessa) per poi passare ad una disciplina orientale, il Tai Chi che svolge con grandissima precisione, concentrazione e presenza. Mi sono sempre impegnata a cercare le situazioni giuste e le persone giuste per lui, parlando di com’è, in modo che ci potessero essere le condizioni ottimali per lo sviluppo dei suoi talenti e devo dire che i risultati ci sono stati, sia “tecnici” che di rapporti interpersonali. Ho inoltre condiviso con altre famiglie (perché è fondamentale fare rete) e con tutti gli operatori che hanno seguito Gabriele da quando era piccolino. Lui ha frequentato per diversi anni La Nostra Famiglia ed è anche grazie al lavoro certosino fatto lì, che lui ora sta raggiungendo una buona realizzazione di sé e noi ci teniamo a raccontare i suoi progressi.

In un mondo dove si tende a mettere energia in ciò che non funziona, in ciò che provoca dolore, in situazioni violente (vedi atti di bullismo, problemi con gli insegnanti, con le istituzioni) storie come la nostra vanno testimoniate perché le famiglie hanno bisogno di fiducia, hanno bisogno di sapere che ci sono percorsi, realtà e professionisti validi. Ora, spesso, mi soffermo a guardarlo e penso a tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni e a come si sta trasformando in un giovane uomo. Ma soprattutto vedo la grande opportunità che mi è stata data con questo figlio, vedo il processo alchemico fatto: aiutando lui ho aiutato me stessa e ho trovato la mia strada.

Luigina Feruglio