Comunicare con i gesti e con gli sguardi
Nel mondo di oggi siamo diventati abili parlatori, ma forse troppo poco ci si pone in ascolto degli altri.
Le parole sono uno strumento fondamentale per le persone, permettono di condividere gioie, dolori, paure, emozioni, desideri e di creare così delle connessioni con gli altri. Nel mondo di oggi siamo diventati abili parlatori, ma forse troppo poco ci si pone in ascolto degli altri.
In riabilitazione spesso si incontrano bambini in cui la parola manca ed ecco che ci si ritrova di fronte ad un compito complesso: mettersi in ascolto, comprendere le intenzioni dell’altro e trovare dei codici comunicativi condivisi che possano creare un legame e un’interazione funzionale. In questi casi le parole assumono una forma diversa dal convenzionale; sono infatti i gesti, le espressioni, lo sguardo, le posture, la voce ed il contatto con l’altro a veicolare i pensieri, che si intrecciano in una articolata narrazione che si trasforma in relazione terapeutica. La situazione attuale di emergenza sanitaria ha reso questa missione ancora più difficile. L’uso di mascherine, lunghi camici e visiere ha sicuramente avuto un impatto sia sugli operatori che sugli utenti ed ha aumentato la distanza fisica nel progetto di cura. Spesso i bambini si mostrano diffidenti, talvolta impauriti da questi nuovi ‘abiti’, ma grazie al canale non verbale riescono a superare queste barriere esteriori, dando valore all’essenza della relazione.
Francesca Rita Marsala e Elena De Martin
Terapiste della Neuro e Psicomotricità - La Nostra Famiglia di Oderzo