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Giovedì, 15 Ottobre 2015 09:57

In ricordo di Maria Rosa Rogora In evidenza

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Ricordiamo a chi l'ha conosciuta Maria Rosa Rogora, Piccola Apostola della Carità, che è "tornata a casa" il 3 ottobre scorso... Continua a leggere

 

Maria Rosa Rogora avrebbe voluto continuare la sua missione a Juba, dove era approdata dopo una lunga esperienza nei centri di riabilitazione di Ponte Lambro, Como, Bosisio Parini, dapprima come infermiera e fisioterapista e in seguito come dirigente. Purtroppo c’era per lei un disegno diverso a cui alla fine si è consegnata.
La Responsabile Generale delle Piccole Apostole della Carità Daniela Fusetti ricorda il suo amore per il prossimo: “Cara Mariarosa, il tuo essere Piccola Apostola era vissuto con tutta te stessa, con passione, con competenza, con la semplicità, l’umiltà e la carità gioiosa che don Luigi voleva. Tu amavi la fraternità, so che attraverso di me vorresti ringraziare le sorelle di Bosisio, soprattutto le sorelle della tua Comunità che ti sono state vicine con ammirevole cura, proprio con l’affetto naturale e soprannaturale, di cui ci parlava don Luigi. Tu amavi La Nostra Famiglia con i bambini, i ragazzi, gli operatori, amavi le famiglie, amavi tuo fratello Antonio, le cognate, i nipoti: tutti Mariarosa adesso ti salutano. Anche per noi che crediamo nel bel Paradiso ci è stato difficile lasciarti… Ma la fede ci dice che ora sei con don Luigi e la comunità del cielo e intercederai frutti di grazia per tutti noi”. Il Direttore Sanitario di Bosisio Massimo Molteni, a nome di tutti gli operatori, ricorda che per Maria Rosa “il progetto, anche il più grande, non era mai più importante delle persone che lo costruiscono. Incalzava tutti con la sua proverbiale operosità e vitalità, con il suo entusiasmo nell’essere a disposizione: per tessere reti, annodare fili, rammendare strappi, non con le parole che “giudicano”, ma con l’amore per il concreto operare, originale forma della sua misericordia. Come con i bambini disabili: un abbraccio, una mano che sorregge, una carrozzina da spingere, una bicicletta da far correre. Era sicura della sua scelta vocazionale. Sicura che il chicco di grano deve marcire per dare frutto. E molte delle faticose trasformazioni che la sede di Bosisio Parini ha dovuto affrontare portano il segno del suo umile e instancabile marcimento. “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”. Lo ha raccontato a ciascuno di noi con la sua vita”.

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