Dare voce ai bisogni del bambino

Per Alessandro ha funzionato così: diceva poche parole, il suo quaderno attacca/stacca creato con Michela è stato un trampolino di lancio per lui che adesso si fa capire con semplici frasi. Ora il quaderno non serve più, ha raggiunto il suo scopo.

Se un bambino per diversi motivi o patologie non parla si può fare qualcosa anche per lui? Si può dare voce ai suoi bisogni, alle sue richieste, alle sue scelte, al suo bisogno di raccontare la vita?

Circa 20 anni fa iniziava la mia avventura nel mondo della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) a San Vito al Tagliamento Sono stata invitata da un gruppo di colleghe che voleva iniziare a condividere esperienze, progetti, idee, metodi, formazione proprio per quei bambini che avevano difficoltà o assenza di parola.

In quegli anni gli strumenti a disposizione non erano molti, oggi ci sono molte più opportunità ma, oggi come allora, è proprio l’indicazione, la scelta di quell’immagine o di quella foto che permette al bambino di dire “io ci sono”!

Come avviene concretamente tutto questo?

Nei nostri box abbiamo delle tabelle con le foto dei vari giochi presenti nella stanza, il bambino può scegliere il gioco che vuole indicando, prendendo o guardando la foto/immagine. Nei nostri tavoli ci sono sempre due immagini attaccate, BASTA e ANCORA: ci aiutano a capire se il bambino vuole continuare il gioco o no e serve a noi se vogliamo dirgli che l’attività è finita o si deve ripetere.

Poi ci sono i quaderni CAA, dove sono inserite delle immagini suddivise per categorie. In tanti anni tutte noi abbiamo “fabbricato” tanti quaderni, tutti diversi, tutti unici perché il bello è trovare il quaderno adatto proprio per quel bambino e qui fantasia e competenza si mescolano per dar via ad un progetto che non è solo riabilitativo ma diventa una nuova storia da raccontare.

La collaborazione con le colleghe di Terapia Occupazionale e con le educatrici dello Psicoeducativo è fondamentale per capire, insieme, cosa è più adatto proprio per quel bambino, perché lo strumento che gli diamo possa essere per lui una possibilità concreta per potersi esprimere, per dire quello che ha dentro, non solo “voglio le costruzioni o voglio gli strumenti” ma anche ”oggi sono triste, arrabbiato, stanco, felice…”

Il lavoro di apprendimento e di adattamento di questo ausilio cartaceo (ci sono poi anche ausili più tecnologici, sono comunicatori o tablet che per molti bambini possono essere la scelta futura vincente) richiede del tempo e il suo utilizzo necessita della collaborazione della famiglia, della scuola e di tutte le figure di riferimento del bambino (come gli psicomotricisti e i fisioterapisti ) perché solo così lo strumento diventa funzionale al bambino e può sostituire la parola o, per alcuni, stimolare la produzione linguistica.

Per Alessandro ha funzionato così: diceva poche parole, il suo quaderno attacca/stacca creato con Michela (Terapista Occupazionale) è stato un trampolino di lancio per lui che adesso si fa capire con semplici frasi. Ora il quaderno non serve più, ha raggiunto il suo scopo. Simone invece ha imparato a raccontare le sue esperienze attraverso le immagini grazie al quaderno dei resti fatto con Giovanna (Psicoeducativo). Per Lorenzo, che fa fatica a capire e quindi ha bisogno di un riscontro chiaro e visibile, insieme alle sue insegnanti abbiamo trasformato i libri in racconti con immagini e gli abbiamo dato la possibilità di rispondere alle domande di un testo.

Ma allora, si può dare voce ai bambini che non parlano? Si, si può, e aggiungerei: si deve!

Funzionano sempre? No, non funziona sempre, ma provare più volte fa parte del nostro lavoro di riabilitazione, le sfide sono il nostro pane quotidiano.

Qualche giorno fa avevo suggerito a Lucrezia (terapista occupazionale) che si poteva tentare di fare un semplice quaderno di CAA per Giovanni… Oggi iniziamo insieme una nuova sfida, una nuova avventura tutta in salita, una nuova storia da raccontare perché… ”mi piaccion le storie...raccontane altre!”

Maria Luisa Gaiarin
Mamma e logopedista
La Nostra Famiglia di San Vito al Tagliamento