Migliorare la sicurezza dei farmaci pediatrici, “scoprendo” informazioni “nascoste”:
Ad esempio, si possono analizzare i database di farmacovigilanza, grosse raccolte di segnalazioni di effetti avversi che arrivano da molti paesi europei e/o americani. I database di farmacovigilanza permettono di sapere se alcuni eventi rari sono accaduti anche altrove, oppure di calcolare se alcuni farmaci causano specifici effetti più o meno di altri. I limiti di questi dati sono però che si segnalano solo gli effetti avversi (non quelli positivi) e che spesso non si segnalano tutti gli effetti avversi.
I database dei sistemi sanitari sono al contrario molto dettagliati. Nei paesi anglosassoni si utilizzano i database delle compagnie assicurative; nei paesi con sanità pubblica come il nostro, si possono usare database amministrativi statali. Questi database contengono informazioni sulle prescrizioni di farmaci, di visite, sulle diagnosi, e molto ancora. Permettono quindi una valutazione molto approfondita, tuttavia siccome hanno l’obiettivo economico di controllare i costi della sanità, spesso mancano informazioni cliniche importanti. L’altro aspetto critico è che l’accesso ai database assicurativi privati costa molto, mentre spesso è difficile ottenere le autorizzazioni necessarie per i database pubblici (troppa burocrazia).
Un metodo differente riguarda gli studi osservazionali e di farmacovigilanza attiva. Questi studi durano alcuni anni e raccolgono sistematicamente informazioni su efficacia e sicurezza dei trattamenti. È come se si trattasse di sperimentazioni, fatte però nella pratica clinica quotidiana: si osservano le scelte compiute liberamente da pazienti e medici, in base alla bontà del trattamento, e si misura l’efficacia reale. Questi studi sono molto importanti, tuttavia il loro limite è che le scelte sono compiute liberamente, senza un metodo sperimentale, e quindi spesso è complicato interpretare i risultati.
Combinando tutti questi approcci è quindi possibile “scoprire” informazioni che sono già disponibili, ma che non vengono considerate e restano “nascoste” nei database o nelle cartelle cliniche. Queste informazioni possono essere scientificamente valide per supportare e formalizzare l’esperienza clinica. Si può così migliorare l’uso dei farmaci, soprattutto in pediatria, dove le sperimentazioni sono carenti.
Autori: Gentili M, Pozzi M, Peeters G, Radice S, Carnovale C.
Titolo originale: Strategies empowering paediatric drug safety.
Rivista: Curr Clin Pharmacol. 2018 Feb 6. doi: 10.2174/1574884713666180206164634.
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