Papa Luciani: il sorriso della carità e l’amicizia con La Nostra Famiglia
L’incontro con l’Associazione, la tenerezza con i bambini e un percorso di santità alla scoperta della “maternità” di Dio. La beatificazione il 4 settembre in piazza San Pietro a Roma.
Vicino alla cappella del Centro di Conegliano, sotto la foto di Albino Luciani, c’è una scritta che recita: “A La Nostra Famiglia, augurando che, nel sentiero tracciato da don Monza, vi fioriscano sempre la sorridente carità e la pace con l’approdo dei meno fortunati fanciulli ad un conveniente inserimento nella società”. La dedica di Papa Giovanni Paolo I, allora vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, risale al 25 luglio 1969, due mesi dopo l’inaugurazione del Presidio, avvenuta il 24 maggio dello stesso anno.
Il legame tra La Nostra Famiglia e Papa Luciani, che sarà beatificato il 4 settembre in Piazza San Pietro a Roma, affonda le sue radici in una storia intensa di accoglienza, amicizia e appunto “sorridente carità”, intesa come disponibilità del prendersi cura e gioia nel farsi dono. Non solo: con il monito ad “un conveniente inserimento nella società” Luciani intuisce la portata e il valore dell’integrazione sociale, che in quegli anni era ancora agli albori e stava muovendo i primi timidi passi.
1964: i primi passi dell’amicizia, l’incontro con Zaira Spreafico
In cima alla collina di Costa, poco a nord della cittadina di Conegliano, c'era un frutteto abbandonato, che da tempo non dava più frutti: “Vista la forte volontà della cittadinanza - spiega Gigliola Casati, già Direttrice Generale Regionale del Veneto - il Comune donò il terreno all'Associazione, perché riprendesse a dare frutti”. L’idea era partita da Dina Orsi, assessore nota nella provincia di Treviso per le sue idee filantropiche e innovative, che pensò di realizzare un centro di riabilitazione per minori con disabilità: “l'allora vescovo Albino Luciani si prodigò in prima persona per raccogliere offerte da destinare alla costruzione della struttura”, prosegue Gigliola Casati.
I primi passi sono ben descritti da Zaira Spreafico, storica Presidente dell’Associazione: “Ancor prima di definire le trattative con il Comune e con la Provincia, a fine 1964, mi sono presentata a Lui (Mons. Albino Luciani) per consigli e per avere la sua autorizzazione a fondare un’Opera nella sua Diocesi. L’accoglienza paterna fu decisamente incoraggiante e per noi un segno tangibile che l’impresa era benedetta dal Signore. Subito ci sentimmo accolte e inserite in questa comunità ecclesiale, ne fa testimonianza anche il gesto di solidarietà di devolvere le offerte a conclusione della Missione cittadina del 1966 presieduta dal Vescovo stesso, all’erigendo Istituto de La Nostra Famiglia”.
1966: la prima pietra del Centro di Conegliano
Seguono anni intensi di contatti e progetti che si concretizzano l’8 ottobre 1966, con la posa a Conegliano della prima pietra del primo Centro di riabilitazione della Nostra Famiglia in Veneto. Così nell’omelia monsignor Luciani descrive don Luigi Monza, Fondatore dell’Associazione: “questo sacerdote di umili origini ma di un cuore così grande, il quale ha saputo cogliere nella loro interezza gli insegnamenti evangelici, riuscendo a trasfondere la sua grande carità in chi gli stava vicino”.
Dopo l’avvio del Centro, inaugurato il 24 maggio 1969, il Vescovo rimane in contatto con la struttura e molte volte partecipa ad altri eventi o semplicemente si reca in visita, sempre vicino ai giovani ospiti e alle loro famiglie.
1970: il “varo” del Centro di Caorle, la sintonia con i bambini
L’amicizia con l’Associazione non termina con la nomina di Luciani a Patriarca di Venezia, avvenuta il 15 dicembre 1969. Nel luglio dell’anno successivo, monsignor Luciani assiste e benedice il simbolico varo della nave di Caorle: questa era infatti la forma architettonica dell’immobile, che avrebbe ospitato per soggiorni elioterapici e marini i ragazzi con disabilità neurologiche e motorie provenienti dai 16 istituti di riabilitazione allora presenti in Italia. Non solo, Luciani continua a sostenere l’Associazione e frequenta il centro di Caorle anche in altre occasioni: per consegnare il Premio della Carità, per far memoria del fondatore Luigi Monza o semplicemente per incontrare i bambini e gli operatori.
“Aveva il pensiero rivolto ai bambini, con i quali era capace di un rapporto empatico fatto di gesti, carezze e racconti” racconta Gigliola Casati: “durante una visita a Caorle, il 30 ottobre 1976, mostrando loro l’orologio disse che per farlo funzionare occorreva caricarlo e quindi per similitudine anche la loro vita perché fosse buona occorreva caricarla… ma di che cosa? Di preghiera, perché Gesù aiuti ciascuno di noi a fare bene ogni cosa proprio come ha fatto Don Luigi, il sacerdote che volle La Nostra Famiglia per aiutare tanti bambini che si trovano in particolare bisogno”.
1978: viene eletto il “Papa del sorriso”
“Quando ho sentito Albinum… ah, sono stata così felice!”. Così Zaira Spreafico accoglie la fumata bianca del 26 agosto 1978: “E’ un santo! E’ pieno di carità, ma di quella spicciola”: una carità fatta non di grandi gesti ma di piccole cose, quasi abitudinaria. E’ lo stesso cammino che proponeva il beato Luigi Monza per una santità del quotidiano, quando incitava ad una vita spesa ogni giorno a “fare straordinariamente bene le cose ordinarie”.
La Nostra Famiglia accoglie la beatificazione di Papa Luciani come il giusto riconoscimento ad un uomo che ha saputo scorgere nella tenerezza e nel sorriso la forza dello Spirito e l’amore intramontabile di Dio che, con le parole del Beato nell’Angelus domenicale del 10 settembre 1978, “ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre”.