Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Una sfida aperta per la salute e l’inclusione
In questo periodo sentiamo spesso parlare del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, dell’importanza che rappresenta per il nostro Paese, in considerazione della spinta riformatrice che lo caratterizza e per l’ingente somma che lo finanzia, un motore di sviluppo sociale ed economico. Il PNRR ha in se la potenzialità di creare futuro.
Diverse sono le letture che si possono fare del PNRR. Quella che qui proviamo a fare parte dal nostro osservatorio particolare: quello di essere un ente non profit attivo in ambito sanitario e socio-sanitario nella cura di bambini e ragazzi con disabilità.
In particolare, due sono le missioni del Piano di maggior interesse:
- la missione 5 – Inclusione e coesione, che prevede specifici interventi per la rigenerazione urbana e servizi sociali e per la disabilità;
- la missione 6 – Salute, che prevede due interventi specifici: uno dedicato alle reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale; il secondo dedicato alla innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.
La Missione 6 dedicata alla salute è quella maggiormente legata alle criticità che la pandemia ha messo in evidenza per il nostro Paese nell’ultimo anno e mezzo.
Criticità generate da un approccio complessivo alla “salute” delle persone ed in particolare delle persone fragili.
Non possiamo non registrare che, a fronte del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione e all’impostazione di un S.S.N. universale e gratuito, negli anni, in particolare nell’ultimo decennio, vi sia stata una decrescita della quota pubblica del finanziamento della sanità che nei fatti ha minato lo svolgersi di questi diritti.
Una situazione che è stata esasperata dalla pandemia, che richiede ora anzitutto una scelta politica importante nel segno di indicare la salute delle persone, di tutte le persone, come priorità per lo sviluppo sociale ed economico del Paese e per il suo futuro.
Una prima analisi dei contenuti del PNRR e dei finanziamenti dedicati alla Missione 6 non fanno pensare che questa attenzione prioritaria sia stata dedicata al tema della salute.
I contenuti della missione hanno in sé una potenzialità di sviluppo buono: la riorganizzazione della risposta territoriale ai bisogni di salute; l’integrazione socio-sanitaria; la digitalizzazione; il potenziamento della telemedicina e teleriabilitazione; la riforma degli IRCCS; ecc.
Ma ad oggi non sono chiari i contorni di questi contenuti, non se ne intravvedono le potenzialità e soprattutto non si comprende quale sia il modello di cura e di tutela della salute che il nostro Paese vuole perseguire nel lungo termine.
Non si comprende se gli investimenti saranno in prevalenza sulle “strutture fisiche” o sul potenziamento dei servizi erogati per rispondere ai bisogni crescenti di salute; le parole “bambini e ragazzi” nella descrizione della missione ricorrono pochissime volte; così come la parola “fragili o fragilità”.
L’esperienza di incontro quotidiano con bisogni reali di bambini, ragazzi e famiglie segnati dalla disabilità e dalla fragilità, l’esperienza della crescita di questi bisogni, specie nell’ultimo anno, così come l’esperienza dei benefici di interventi precoci e tempestivi ci spinge a farci voce perché alcuni argomenti siano posti all’attenzione in questa fase di “rinnovamento” così importante del nostro Paese.
Quella del PNRR, in particolare nell’ambito della salute e dell’inclusione, è allora una sfida valoriale e politica che si gioca tra l’individualismo e la relazione.
Una sfida tra un approccio solo “funzionale” e un approccio di “sistema” che coinvolga in eguale misura tutti gli attori del sistema, pubblici e privati, per l’apporto che già danno e che possono dare.
E’ la sfida della valorizzazione dei beni comuni; è la sfida dello sviluppo integrale e sostenibile; è la sfida che mette sempre al centro la persona, ogni persona, in particolare chi è fragile e piccolo.
Ce lo ha ricordato anche Papa Francesco nell’Angelus dal Policlinico Gemelli dello scorso 11 luglio: “Ho sperimentato quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti. Un servizio sanitario gratuito, che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti”.
Luisa Minoli
Presidente Associazione La Nostra Famiglia