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Un nuovo blog di Corriere.it invita i pazienti a raccontare le loro storie di convivenza costruttiva con la malattia. Il progetto al centro della giornata di apertura dell’anno accademico, il 16 ottobre a Bosisio Parini.

Su un punto possiamo tutti concordare: la malattia ti cambia e niente è più come prima. Eppure molte persone riescono a rispondere in modo resiliente, raccolgono la sfida e diventano artefici del proprio destino. Non è un’operazione facile per nessuno, ma dare voce alle persone malate o ex malate, familiari, amici potrebbe contribuire a un cambiamento di atteggiamento di fronte alle malattie gravi.

Nasce da questo concetto il nuovo blog on line su Corriere.it “Malattia come opportunità”, progetto presentato il 16 ottobre agli studenti dei corsi di laurea di Bosisio Parini, in occasione dell’apertura dell’anno accademico.

relatori anno accademico 2018“Una malattia, un trauma, una crisi, un dolore possono essere un’occasione per far riaffiorare risorse positive, per dare significato al tempo e alla vita, per dare forza ai valori”, spiega Antonella Delle Fave, ordinario di Psicologia all’Università Statale di Milano: “verbalizzare le esperienze può essere d’aiuto per focalizzarle”. La narrazione può essere infatti lo strumento principe perchè la persona riesca a trovare un senso di speranza e continuità della vita e ascoltare il malato può diventare un elemento di crescita per tutti, anche per il medico.

Dopo tante parole degli esperti, il nuovo blog vuole quindi dare la parola ai pazienti. La domanda alla quale tutti sono invitati a rispondere è proprio questa: la malattia può essere vissuta come un’opportunità? E’ possibile trovare risvolti positivi, oltre la parte oscura del tunnel della malattia?

“Malattia e opportunità è quasi un ossimoro”, prosegue Giuseppe Masera, medico-pediatra, già Direttore della Clinica Pediatrica all’Università di Milano-Bicocca: “eppure la malattia può dare origine non solo allo stress post-traumatico, ma può essere anche occasione di crescita. Ecco, noi vogliamo mostrare l’altra faccia della medaglia perché, come scrive Haruki Murakami, 'quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio... Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”.

Alberto Scanni, oncologo, già Direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, rileva come oggi si parli tanto di medicina basata sulle evidenze e poco di medicina narrativa: “eppure, se ci pensiamo, il primo momento di cura è proprio l’anamnesi, fatta di ascolto del malato, della sua storia. L’ascolto, di per sé, è già un momento della cura. Quante volte noi medici dovremmo chiedere perdono, per non avere ascoltato chi ci stava di fronte….”.

La relazione medico-paziente è infatti essenziale per i suoi aspetti emotivi, cognitivi e motivazionali e può essere, proprio per questo, una risorsa fondamentale per facilitare il processo di guarigione o di convivenza con la malattia. Ma non solo. Col malato si ammala anche il suo contesto, che è soprattutto la famiglia: "una ricerca condotta con 600 famiglie che accedono ai centri di riabilitazione della Nostra Famiglia ci dice che anche i genitori costruiscono risorse", conclude Antonella Delle Fave: "occorre sostenerli non in quanto caregiver ma come persone".

Ruggiero Corcella, giornalista esperto di salute del Corriere della Sera, è colui che ha raccolto la sfida dei tre professori ed ha aperto, nella sezione Corriere Salute, la finestra di dialogo con i lettori attraverso il blog: “abbiamo intercettato un bisogno, speriamo così di dare una boccata di ossigeno a quanti vogliono raccontarsi e a quanti ci leggeranno. Basta scrivere la propria storia di resilienza a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., noi garantiamo comunque l’anonimato”.

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