Tecnica e amore, formazione e ricerca
La Nostra Famiglia lavora affinché ognuno viva una vita dignitosa, ma al contempo la società deve offrire maggior sostegno ed assicurare una continuità riabilitativa più evoluta e completa.
Scegliere è un'azione che sicuramente comporta delle conseguenze, a volta preventivate a volte inattese. Ed è proprio nella scelta che si colloca il lungo e non certo facile percorso della Nostra Famiglia.
L’associazione infatti ha scelto con convinzione di intraprendere una strada di innovazione rispetto ad altri enti e quasi aliena data l'epoca. Ha posto al centro sempre la persona facendola sentire di nuovo viva e capace di svolgere determinate funzioni o attività nel rispetto dei suoi limiti.
Tecnica e amore, formazione e ricerca, ma più di tutto speranza sono alcuni dei pilastri fondamentali che appartengono all'opera e che, a mio avviso, sono molto contagiosi. Noto nel mio quotidiano che l'innovazione creativa è una costante e, seppur rispettando l'essenza iniziale, che non muta nel tempo ma si alimenta e si nutre di quel "bene va fatto bene", essa si rigenera e si rinnova.
Tale rinnovamento si evince attraverso progetti riabilitativi ben mirati per ciascun utente e la propria famiglia, abbracciando e sostenendo il tutto con una serie di iniziative aggreganti e significative (incontri, sostegno psicologico, associazione genitori, uscite, celebrazioni etc.). Tutto ciò ponendo sempre al centro i bisogni reali del minore collaborando, laddove sia possibile, con la rete parentale, territoriale ed istituzionale.
Inoltre si aggiungono percorsi formativi, di ricerca, di aggiornamento continuo per mantenere sempre viva la vera "mission".
Partendo da una base forse utopica, ma in questo momento consentitemi di sognare, di una società educante in cui ogni membro sia riconosciuto come risorsa e valore aggiunto, una linea di indirizzo creativo di innovazione perseguibile potrebbe essere quella in cui il progetto riabilitativo di ciascun individuo possa continuare all'interno della società e del proprio territorio. In che modo? Supervisionando, laddove fosse possibile, sugli esiti futuri; monitorando con continuità, facendo rete e collaborando con le istituzioni avendo fini comuni (di aiuto, di inclusione sociale...). Forse un passaggio rilevante è quello di formare e riabilitare anche le persone che non hanno disabilità e quindi sensibilizzarle, educarle ed istruirle in ogni settore (scuola, enti, istituzioni, politica) per creare situazioni di opportunità per l'individuo in difficoltà e la sua famiglia.
Riabilitare perché ognuno viva una vita dignitosa è ciò che si prefigge l'opera, ma al contempo la società deve offrire maggior sostegno ed assicurare, attraverso i giusti contesti, una continuità riabilitativa più evoluta e completa, non dimenticando mai che il soggetto in questione è sempre una risorsa. E come diceva il nostro Don Luigi Monza "ognuno senta viva la responsabilità di questi bambini". Ed è questo che dobbiamo fare. Tutti!
Stefania Tamborrino
Educatrice
La Nostra Famiglia di Brindisi