Domotica e smart home: quando la tecnologia è sinonimo di autonomia

Assistenti vocali, sensori a soffio, puntatori oculari: ecco come funziona una casa intelligente, inclusiva e sicura.

Le tecnologie rappresentano una grande opportunità per agevolare la vita quotidiana di ognuno di noi e un’enorme potenzialità per le persone con disabilità, poiché sono in grado di incrementare le possibilità di vita indipendente e il livello di sicurezza degli ambienti domestici.

Le opportunità più significative sono legate ai sistemi di controllo dell’ambiente, che consentono di rendere la casa in cui viviamo più agevole da gestire, più confortevole, sicura, efficace ed efficiente, anche dal punto di vista del consumo energetico. Questi sistemi sono rappresentati principalmente dalle smart home e dalla domotica.

Il concetto di smart home è strettamente legato a quello di IoT (Internet of Things), ovvero gli oggetti presenti nelle abitazioni (es. elettrodomestici, interruttori, lampadine, termostati, prese, telecamere, ecc.) in grado di connettersi a Internet tramite smartphone, tablet, PC, ma anche con smart speaker e assistenti virtuali (come Alexa, Siri e Google Assistant), che consentono il controllo vocale di questi prodotti oltre che un’interfaccia unificata di gestione.

La domotica prevede invece il cablaggio fisico alla rete elettrica per poter controllare i principali dispositivi delle abitazioni (es. impianto di illuminazione, riscaldamento, sistemi di allarme e videosorveglianza, rilevatori, elettrodomestici, termostati, prese, telecamere, ecc.). Si tratta quindi di intervenire sull’impianto elettrico della casa e di collegare fisicamente gli oggetti ad un’unica centralina di controllo, che potrà essere gestita da remoto e tramite voce grazie alla connessione internet.

Ovviamente le soluzioni domotiche devono essere progettate e realizzate a partire dalla persona che le dovrà utilizzare e scegliere tra smart home e domotica implica intraprendere percorsi di realizzazione con costi e tempi di implementazione molto diversi tra loro.

In entrambi i casi conditio sine qua non è il fatto che l’oggetto da gestire sia controllabile dal punto di vista elettrico o elettronico: se ad esempio si desidera controllare l’apertura e la chiusura delle tapparelle è necessario che queste siano già automatizzate.

Le soluzioni domotiche sono applicabili in più ambiti, identificabili in 5 grandi macro-tematiche: l’automazione, che permette l’accessibilità in autonomia ad alcune compenti della casa come ad esempio serramenti, letto, tapparelle, luci; il comfort, che consente di gestire meglio il riscaldamento o la climatizzazione, l’illuminazione, il ricambio d’aria; la sicurezza ambientale, che garantisce il controllo del funzionamento degli impianti domestici, segnala le anomalie e interviene in modo automatico in caso di malfunzionamento; la sicurezza della persona, che permette di chiedere aiuto con facilità nei momenti di bisogno; la comunicazione, che garantisce di restare in contatto con l’esterno.

C’è da sottolineare che i due sistemi non si escludono a vicenda: già oggi si assiste allo sviluppo di impianti ibridi in grado di affiancare sistemi domotici e IoT, per massimizzarne i benefici funzionali.

L’appartamento autonomia di Pieve di Soligo
All’IRCCS Medea di Pieve di Soligo sono presenti esempi di automazioni e di controlli ambientali domotici all’interno dell’appartamento autonomia, gestito dai terapisti occupazionali. Qui l’area cucina è dotata di un sistema di sollevamento pensili e piani di lavoro, che permette di abbassare o alzare le mensole, il piano cottura e il lavello: una soluzione utile non solo per le persone in carrozzina, ma anche per chi ha difficoltà nell’alzare le braccia o per i bambini.

Nel 2015, grazie al contributo dell’International Inner Wheel, Club di Conegliano e Vittorio Veneto, all’impegno del Centro Ausili e al coinvolgimento del settore di Terapia Occupazionale, è stato realizzato un sistema domotico incentrato sul controllo della camera attraverso l’uso di un Tablet (e quindi non solo tramite pulsanti o telecomandi), che consente l’apertura della porta di accesso, la gestione delle tapparelle, delle luci, delle prese di corrente, della TV, del letto (questo permette alla persona non solo di poter decidere in autonomia le posture corporee ma anche di favorire il sollievo dei punti di pressione, in un’ottica di prevenzione di problemi più gravi come le piaghe da decubito).

La modalità di accesso più idonea al controllo del tablet viene scelta in relazione alle competenze funzionali della persona: touch screen, controllo del puntatore tramite l’utilizzo della mano (mouse, jostick, trackball, tastiera, touch pad), i movimenti del capo, i movimenti oculari o grazie a sensori meccanici, a soffio, a morso, etc. consentono di facilitarne la fruizione in considerazione di alcuni aspetti funzionali, come per esempio la presenza di difficoltà visive o uditive. Lo stesso software può essere usato anche per la comunicazione aumentativa, per la gestione del telefono e del PC in generale.

E’ fondamentale l’analisi dei bisogni della persona
L'aspetto cruciale è la corretta definizione dell’importanza e la significatività che un controllo ambientale ha per la persona: controllare il robot che pulisce il pavimento ha un'importanza e una significatività diversa dal controllare gli snodi del proprio letto o dalla possibilità di attivare un sistema di allarmi attivati da sensori di rilevamento ambientali. Se della pulizia del pavimento se ne può fare momentaneamente a meno, non si può dire altrettanto del controllo del letto o di attivare un allarme in modo automatico.

È dunque necessaria un’accurata analisi dei bisogni della persona con una corretta definizione della loro importanza e significatività, frutto di un lavoro di équipe con il coinvolgimento di molteplici figure professionali, oltre che della persona con disabilità e il suo caregiver.

La tecnologia è un settore che evolve molto rapidamente e sta progressivamente aprendo ulteriori scenari che cercano di rispondere ad esigenze legate non solo alla disabilità ma anche al progressivo invecchiamento della popolazione. In Europa una grande importanza sta assumendo l’approccio AAL (Active Assisted Living), un programma di ricerca sulle “Tecnologie innovative di assistenza agli anziani in ambiente domestico”. È un'iniziativa rivolta a favorire la permanenza delle persone in età avanzata al proprio domicilio in più a lungo possibile, in condizione di autonomia, salute e sicurezza sfruttando al massimo le aspettative che la tecnologia può offrire in collegamento con rete di servizi e di cui anche le persone con disabilità potrebbero beneficiare.

Raffaella Giuristi
Terapista occupazionale - IRCCS Medea di Pieve di Soligo