La Nostra Famiglia in Veneto: 50 anni fa la posa della prima pietra.

Otto sedi, due ospedali di riabilitazione e più di 8.000 pazienti. Conferenza stampa per raccontare una storia dove l’accoglienza si coniuga con l’innovazione e la ricerca scientifica.

14 dicembre 2016 - L’8 ottobre 1966 veniva posta la prima pietra sulla collina di Costa di Conegliano di quello che sarebbe diventato il polo veneto de La Nostra Famiglia, articolato a livello regionale in 8 sedi, di cui 5 nella Marca Trevigiana (oltre a Conegliano, Pieve di Soligo, Treviso, Oderzo e Mareno di Piave) e le restanti a Padova, San Donà e Vicenza.

Due anni dopo, nell’ottobre 1968, i primi bambini avrebbero fatto ingresso nella struttura coneglianese, dando avvio alla storia di eccellenza dell’Associazione in Veneto.

Una storia intensa, ripercorsa nel corso della conferenza stampa tenutasi oggi, mercoledì 14 dicembre, all’auditorium della sede di Conegliano dell’associazione, con interventi del direttore generale regionale Gigliola Casati, del direttore amministrativo regionale Andrea De Vido, del sindaco di Conegliano Floriano Zambon e del primario Andrea Martinuzzi.

Oggi in Veneto (dati 2015) La Nostra Famiglia impiega 532 operatori e assiste 8 mila 400 bambini e ragazzi, di cui 5 mila 825 assistiti in forma ambulatoriale, 619 assistiti in forma diurna, 24 in forma residenziale e 1.932 assistiti presso il polo IRCCS Medea. Il 20% dei bambini e ragazzi presi in carico proviene da fuori regione.

L’IRCCS Medea, presente Conegliano e Pieve di Soligo, è impegnato in una decina di progetti scientifici di valenza internazionale e nel corso del solo 2015 sono state una dozzina le pubblicazioni scientifiche.

A questi numeri vanno aggiunti quelli degli studenti universitari dei corsi di Fisioterapia e Terapia Occupazionale che hanno sede presso il polo coneglianese: 106.

Le diverse sedi venete godono del supporto attivo e generoso di circa 400 volontari.

Nel polo veneto nuovi importanti investimenti in tecnologia e ricerca

L’IRCCS Medea di Conegliano è costituito da due unità ospedaliere di terzo livello: l’Unità per le Gravi Disabilità in Età Evolutiva (UGDE) e l’Unità per la Riabilitazione delle turbe Neuropsicologiche Acquisite (URNA). Dal 2013 è struttura di riferimento regionale per l’epilessia e centro di riferimento regionale per l’ADHD, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

Il polo coneglianese è inoltre sede di una scuola materna integrata statale, di una scuola elementare statale, di un Centro di Formazione Professionale accreditato dalla Regione Veneto, dei corsi di laurea di Fisioterapia e Terapia Occupazionale e di un Centro Ausili per l’informazione, la documentazione, la consulenza e la formazione sulle tecnologie di ausilio.

Sono stati effettuati importanti investimenti in tecnologia, con l’acquisto di macchinari d’avanguardia a supporto di diagnosi e riabilitazione.

Dalla primavera scorsa, è in funzione un nuovo sistema di ultima generazione per la Gait Analysis, che serve a misurare i movimenti del corpo, la meccanica e l'attività dei muscoli e permette dunque un’accurata valutazione pre-chirurgica e poi riabilitativa delle disabilità motorie. Si è trattato di un investimento di oltre 100 mila euro che alza il livello di offerta diagnostica del Centro.

Sempre quest’anno, l’ente ha acquistato apparecchiature di ultima generazione – sistemi di videoregistrazione EEG - per ottimizzare la capacità diagnostica in ambito epilettologico. Un investimento da 140 mila euro, reso possibile grazie a un service ad hoc attivato dal Rotary Club di Conegliano.

Anche sul fronte della ricerca scientifica ci sono state importanti novità. L’IRCCS Medea è responsabile di due progetti di ricerca di carattere internazionale, uno sull’Atassia di Friedreich e l’altro sulle paraparesi spastiche ereditarie.

Nel primo il Medea, sotto la guida del primario Andrea Martinuzzi, sta testando con un panel di indicatori diversi dagli studi finora effettuati (il più importante si è appena concluso negli USA) l’efficacia di un nuovo farmaco per la cura dell’Atassia di Friedreich. Il progetto, sostenuto anche dall’associazione “Ogni giorno per Emma”, ha avuto l’approvazione dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ed è partito ufficialmente nel giugno 2016. Si è appena concluso il reclutamento dei pazienti su cui verrà effettuata la sperimentazione (saranno in tutto 12); i primi risultati verranno divulgati nell’estate 2017.

Il secondo progetto di ricerca riguarda le paraparesi spastiche ereditarie, che toccano in Italia un migliaio di pazienti, di cui circa 400 in cura presso i centri de La Nostra Famiglia: lo studio è volto a mettere a punto un possibile farmaco che, correggendo alcune modificazioni a livello metabolico, potrebbe presentare la prima vera opzione terapeutica per questa malattia.

L’IRCCS Medea - ospedale di ricerca che, per legge, deve sempre tradurre i risultati degli studi in percorsi di cura per i pazienti - è impegnato inoltre in un progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la costruzione di una nuova classificazione internazionale degli interventi sanitari, un progetto mondiale che renderà possibile la misurazione e il confronto delle performance dei diversi sistemi sanitari del mondo.